La notte del 4 gennaio 1945 rimarrà per sempre impressa nella memoria collettiva veronese come una delle più tragiche dell’ultimo conflitto mondiale. Il gesto eroico porta la città a dedicargli una piazza.
Fu in quella fredda notte che un violento bombardamento colpì la città, distruggendo numerosi edifici tra cui la Biblioteca Capitolare. Grazie all’intervento tempestivo e coraggioso di Mons. Giuseppe Turrini, molti preziosi manoscritti ospitati all’interno della biblioteca furono salvati dalle fiamme e dalla distruzione totale.
Nel cuore pulsante di Verona, a due passi dalla storica Biblioteca Capitolare, sorge ora una nuova piazzetta che porta il nome di Mons. Giuseppe Turrini, figura emblematica per la cultura e la storia della città scaligera.
La cerimonia di inaugurazione si è tenuta questa mattina alla presenza dell’assessore alla Toponomastica Federico Benini, del presidente della Circoscrizione 1^ Lorenzo Dalai e del professor Gian Paolo Marchi, che ha ricordato la vita e le opere di Mons. Turrini.
Il salvataggio dei manoscritti durante il bombardamento
Nato a Castelrotto di Valpolicella l’11 marzo 1889 e morto a Negrar il 16 gennaio 1978, Mons. Giuseppe Turrini dedicò gran parte della sua esistenza allo studio e alla conservazione del patrimonio culturale veronese. Dopo aver frequentato il Collegio Accoliti di Verona proseguì gli studi liceali e teologici al Seminario vescovile fino ad essere ordinato sacerdote nel 1911. La sua carriera presso la Biblioteca Capitolare iniziò nel febbraio del 1922 come apprendista; successivamente fu nominato prefetto della stessa con il titolo di vice-bibliotecario dal Capitolo della Cattedrale il primo dicembre dello stesso anno.
L’impegno profuso da Monsignor Turrini nella protezione dei beni culturali non si limitò al solo episodio bellico, ma continuò incessantemente per tutta la durata della sua vita contribuendo significativamente all’arricchimento culturale non solo della Biblioteca Capitolare ma dell’intera città di Verona.
La decisione di intitolare una piazzetta a Monsignor Giuseppe Turrini rappresenta un gesto simbolico ma estremamente significativo da parte della città scaligera per onorare un uomo che ha saputo dimostrare con i suoi atti quanto sia importante difendere e preservare il patrimonio storico-culturale anche nei momenti più critici.
L’assessore Federico Benini durante l’inaugurazione ha dichiarato: “A cinque anni dall’approvazione di questo nuovo toponimo, oggi rendiamo omaggio a un grande uomo che con coraggio ha protetto i tesori culturali della nostra città durante uno dei periodi più bui”. Queste parole sottolineano ulteriormente quanto sia fondamentale ricordare le azioni eroiche compiate da individui come Monsignor Turrini per mantenere viva la storia e l’identità culturale delle comunità locali.