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Il termine corretto per i popoli della Scandinavia medievale: scopri come chiamarli!

Il termine “vichingo” si riferisce originariamente a una professione di pirata e non a un popolo, rivelando la complessità della cultura scandinava e il suo impatto storico.

Il fascino dei vichinghi ha da sempre attratto l’attenzione di storici, scrittori e cineasti, contribuendo a creare un immaginario collettivo ricco e variegato.

Tuttavia, c’è una sostanziale incomprensione sull’esatto significato di questo termine. Spesso, la parola “vichingo” viene utilizzata per descrivere un intero popolo e la sua cultura, ma sapevate che in passato indicava solo una specifica professione? Scopriamo insieme la storia, l’etimologia e il reale significato di questo termine tanto affascinante quanto controverso.

Parlando di “vichingo”, ci si riferisce a un termine italiano che si ricollega all’inglese “viking“, il quale deriva dall’antico norreno víkingr. Ma, ecco il bello, la storia di quest’ultima parola è più complessa di quanto si possa pensare. Molte teorie circa l’etimologia di víkingr sono state formulate nel corso del tempo. Una delle più diffuse suggeriva un legame tra questo termine e la parola norrena vík, che significa “baia” o “insenatura“. In base a questa interpretazione, i vichinghi sarebbero coloro che provenivano dalle baie.

Però, quella idea non è più considerata valida. Oggi, la maggior parte degli studiosi si orienta verso una nuova spiegazione: invece di rimandare alla provenienza geografica di un popolo, il termine si collega alla parola vika. In norreno, vika indicava la distanza che un’imbarcazione poteva percorrere durante un turno di rematori, prima che fossero sostituiti. Strano, vero? L’uso del termine e le sue origini affondano le radici nel linguaggio nautico di epoche passate.

La questione si fa ancora più intragante perché esistono parentele interessanti con altre lingue. Ad esempio, l’islandese moderno ha mantenuto espressioni simili, come la parola víkja, che significa “virare“. Questa parola proviene da una radice protogermanica, wîkan, che esprime il concetto di “retrocedere con il remo“. Da qui, si comprende che il termine “vichingo” non si riferisce a un’entità etnica, ma piuttosto a un contesto specifico. Questo cambio di prospettiva permette di apprezzare i vichinghi non solo in base alle loro azioni, ma anche come navigatori e marinai.

Un’età di pirati: il contesto storico

Nell’ambito delle fonti altomedievali, il termine “vichingo” compare in un contesto decisamente differente. Le cronache storiche lo utilizzano per descrivere pirati e razzatori provenienti dalla Scandinavia. La prima apparizione scritta di questo termine è documentata in un glossario anglosassone, risalente all’epoca fra la fine del VII e l’inizio dell’VIII secolo. Qui, il termine norreno víkingr veniva tradotto nell’anglosassone come wicing, il quale significava “pirata“. Quel che è davvero curioso è che il primo riferimento ad attacchi vichinghi è rinvenibile proprio nelle isole britanniche, esattamente in Inghilterra.

Se pensate a come i vichinghi abbiano impattato l’Europa, è significativo notare che le razzie iniziali avvennero un certo tempo dopo la redazione del glossario. E ciò che è affascinante è che, in quel periodo storico, gli autori medievali tendevano ad adottare nomi differenti per etichettare i raid scandinavi. Termini come “uomini del nord” venivano preferiti, insieme al nome “Danesi“. Questo suggerisce che i vichinghi non erano solo pirati senza scrupoli, ma anche un gruppo complesso, con origini e identità varie.

Vichinghi: un mito romantico del XIX secolo
Vichinghi (maloravista.it)

Vichinghi: un mito romantico del XIX secolo

Con il passare del tempo, a partire dal XIX secolo, il fascino attorno alla figura dei vichinghi ha preso piede in modo notevole. In questo periodo, si sviluppa un’immaginario romantico che rivaluta i pirati scandinavi, presentandoli come avventurieri e esploratori coraggiosi. Questo risveglio culturale fu alimentato da opere letterarie, dalle arti visive e dalle rappresentazioni teatrali, che, decisamente, hanno plasmato la nostra percezione contemporanea dei vichinghi.

Da un lato, il termine “vichingo” ha così guadagnato una connotazione più ampia, abbracciando non solo i pirati, ma anche l’intera cultura di questi navigatori del nord, dalla lingua alle tradizioni religiose. Accanto a questo, l’interesse per la loro storia si è tradotto in una sorta di celebrazione della loro narrativa, amplificata da cinema e serie tv. I vichinghi sono emersi come personaggi carismatici, avvolti da un’aria di mistero e avventura. Così, l’intero complesso di idee che circonda questi navigatori scandinavi si è trasformato in un simbolo che continua a crescere e mutare.

L’affascinante retroscena di questo termine ci fa capire che “vichingo” non è soltanto una parola, ma un viaggio attraverso le ere, un simbolo della complessità e della varietà di esperienze che hanno contraddistinto la storia scandinava. La prossima volta che incontrerete la parola “vichingo“, ricordatevi che dietro di essa si cela molto più di quanto si possa immaginare!

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