Gestire i capricci di un un figlio può non essere semplice, ci sono però dei “trucchi” che possono risolvere la situazione.
Riuscire a gestire un figlio può essere tutt’altro che semplice, anche le persone che pensano non avranno difficoltà possono esserlo, specialmente se sono reduci da una giornata lavorativa pesante e avrebbero solo voglia di distendersi sul divano. Un bambino, invece, quando arriva una mamma (ma vale anche per il papà) potrebbe avere voglia di giocare o di ricevere attenzioni, per questo il momento del riposo deve essere rimandato.
Non tutti sono inoltre in grado di comprendere un “no” o “lo facciamo dopo”, per questo mettono in atto quelli che comunemente vengono definiti “capricci”. Questi episodi possono verificarsi nei momenti più disparati, quali le “lotte” su quando e come vestirsi, quando smettere di giocare o dedicarsi ai compiti e quando dormire. Riuscire a imporsi in modo adeguato può essere importante, tutti dovrebbero capire che esistono dei limiti da non oltrepassare.
Gestire i capricci di un figlio non è impossibile: ecco come
Anche le mamme più pazienti possono innervosirsi quando devono assistere ai capricci di un figlio, indipendentemente dalla loro età, specie se questi si verificano pubblicamente e si teme di essere giudicati in maniera negativa. E’ bene però comprendere come quegli atteggiamenti, che sono spesso degli scatti d’ira veri e propri non sono immotivati, ma nascono per delle ragioni ben precise. Comprenderli può aiutare a tenerli a bada e fare in modo che la situazione non possa ripetersi spesso.
Ascoltare i consigli di un esperto può quindi essere provvidenziale, non farlo correttamente può spingere un bambino a farlo a ripetizione, ben sapendo come questo possa permettergli di ottenere sempre quello che vuole.
Rosicler Ramirez Moran, educatrice che ama definirsi “consulente genitoriale in educazione rispettosa”, ha così provato a dare una serie di cinque raccomandazioni che potranno essere davvero utili.
- Innanzitutto si deve ricordare che il fuoco si spegne con l’acqua, non con altra benzina, urlare e innervosirsi sperando che questo possa servire a calmarlo è quindi un errore, è meglio quindi reagire con altra rabbia.
- Usare i sermoni, quindi utilizzare frasi come “devi dire o devi fare” è altrettanto controproducente. Non è il momento di usare la calma, molto meglio fare un respiro profondo e aspettare che la crisi passi (perché passerà), così da affrontare l’argomento in un secondo momento.
- Non usare anestetici per fermare i capricci pensando che questo possa servire. Il riferimento è a concedere qualcosa che per lui/lei può essere apprezzabile, quali concedere maggiore tempo per guardare la Tv o usare il cellulare o permettergli di mangiare quello che preferisce. Non si deve far passare il messaggio che per far sparire un’emozione frustrante, quale possa essere la rabbia, è meglio puntare su un’emozione positiva, questo crea dipendenza. A quel punto farà i capricci perché sa di poter ottenere quello che vuole.
- Non si deve etichettare un figlio con epiteti quali buffone, capriccioso o mammone. Ognuno deve capire quello che prova, così potrà ottenere un’educazione migliore e avere un’idea di quello che sente.
- Non ci si deve mai sentire in colpa se un figlio fa capricci o ha una crisi emotiva (capita spesso), sta semplicemente comunicando quello di cui ha bisogno, sta al genitore trovare il modo migliore per soddisfarlo.
Il più importante è sicuramente il quinto suggerimento, che non dovrebbe mai essere sottovalutato. Queste situazioni, infatti, sono più frequenti di quanto si possa pensare e a tutte le età, tenerle a bada non è così impossibile.