CURIOSITÀ

Agricoltori disperati: il meteo sta danneggiando le coltivazioni, meloni e angurie non crescono più

La produzione di angurie e meloni sta affrontando una crisi senza precedenti, con un impatto significativo sul settore agricolo italiano.

Le condizioni meteorologiche avverse degli ultimi mesi hanno portato a un drastico calo della produzione, con conseguenze dirette sui prezzi al dettaglio che hanno raggiunto livelli record.

Le basse temperature registrate in primavera, insieme alle piogge torrenziali delle ultime settimane, hanno ostacolato il normale sviluppo dei frutti. Luca Dal Pezzo, produttore di entrambi i frutti e presidente a Zevio di Coldiretti, sottolinea come queste condizioni abbiano impedito la produzione dei frutti e rallentato le operazioni di piantumazione.

Di conseguenza, si prevede una scarsità di prodotto per il periodo estivo, tradizionalmente quello di maggior consumo.

Gli eventi recentemente verificatisi rappresentano una sfida importante per gli agricoltori italiani impegnati nella coltivazione di angurie e meloni.

La necessità di adattarsi alle nuove condizioni climatiche diventa sempre più pressante per garantire la sopravvivenza del settore nel medio-lungo termine.

Il meteo danneggia la produzione di angurie e meloni

La situazione attuale comporta non solo perdite economiche dovute al mancato raccolto, ma anche costi elevati per la manodopera. Alcuni agricoltori hanno addirittura deciso di lasciare incolti i terreni destinati alla coltivazione di questi frutti a causa della certezza della loro tardiva maturazione o dell’assenza totale di fioritura.

Crollo produzione angurie (MaloraRivista.it)

Nonostante la riduzione della quantità disponibile sul mercato, si segnala che la qualità dei frutti rimasti è eccellente grazie alla lenta maturazione. Tuttavia, questo aspetto positivo non compensa le difficoltà incontrate dagli agricoltori nel corso dell’attuale stagione agraria.

Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto, evidenzia come il clima abbia influenzato negativamente anche i consumi: i meloni sono infatti preferiti dai consumatori durante i periodi caldi. La domanda è quindi diminuita notevolmente rispetto alle aspettative iniziali.

In aggiunta ai problemi legati alla produzione e ai consumi ridotti vi è la questione del divario tra il prezzo pagato agli agricoltori e quello finale nei supermercati; quest’ultimo può essere fino a quattro volte superiore rispetto al corrispettivo ricevuto dai produttori.

La superficie coltivata a melone ha subito una riduzione significativa nel 2023 rispetto all’anno precedente. Questo calo conferma una tendenza negativa che affligge da anni il settore a causa della scarsa redditività derivante dai costosi processi produttivi combinati agli effetti sempre più tangibili dei cambiamenti climatici.

Matteo Fantozzi

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