L’individualismo si sta affermando sempre più nelle società moderne, soprattutto in Occidente.
L’individualismo è un concetto che ha guadagnato terreno nel contesto sociale contemporaneo. Spesso si presenta come una caratteristica chiave di organizzazioni e comunità moderne, dove i legami sociali tradizionali sono messi in discussione. Negli studi sociologici, è descritto come un valore che pone l’individuo al centro della propria esistenza, mostrando una certa indifferenza nei confronti della collettività. Secondo il sociologo Richard Sennett, l’individualismo rappresenta la situazione in cui gli individui non si sentono più parte di una comunità: ognuno è considerato responsabile della propria vita e della propria famiglia. Questo porta a una società in cui i valori collettivi assumono un’importanza secondaria.
In aggiunta, molti studiosi, come Gobetti, mettono in evidenza il fatto che l’individualismo implica una visione della società come coesistenza di individui che operano secondo interessi personali. Qui, il ruolo dello Stato è quello di garantire la libertà di azione, e non di limitare l’iniziativa dei singoli. Questo tipo di modello funziona bene in situazioni in cui gli interessi non confliggono, mentre può mostrare i suoi limiti in scenari di competizione. Da qui si deriva la considerazione di Treccani, che afferma che ogni articolato fenomeno sociale dovrebbe essere spiegato in termini di scelte individuali. La conseguenza di questo approccio è una limitata fiducia nelle istituzioni, che vengono percepite come strumenti a servizio dei singoli.
Effetti dell’individualismo: libertà e responsabilità
L’individualismo porta con sé ambivalenze e contraddizioni su scala sociale e personale. Da una parte, stimola la libertà di scelta e l’autosufficienza, dall’altra, la responsabilità per il successo o il fallimento ricade quasi completamente sull’individuo. Questa tendenza è riflessa nel concetto di meritocrazia, dove i risultati di ciascuna persona sono percepiti come espressione di meriti individuali, mentre si ignora l’esistenza di barriere sistemiche e disuguaglianze che possono ostacolare le opportunità di molti.
In pratica, l’avvento di una mentalità individualista ha portato, come notato da diversi esperti, alla disintegrazione di reti di supporto collettivo. Famiglie e comunità, una volta saldamente unite, adesso sembrano frammentate, lasciando sul campo chi è più vulnerabile, specialmente nei momenti di crisi. Inoltre, si è registrata una diminuzione della partecipazione civica e del coinvolgimento in attività sociali: focalizzandosi unicamente sul proprio benessere e sugli interessi personali, la capacità di cooperare per il bene comune è andata indebolendosi, creando una società più isolata e meno solidale.
L’individualismo oggi: indipendenza e isolamento
Nella società contemporanea individualista, il benessere personale diventa un valore centrale. Le persone tendono a prendere decisioni in modo autonomo e a considerare l’indipendenza come imprescindibile. Come ha evidenziato Charles Taylor, il concetto di identità individuale è però una creazione sociale: non possiamo tracciare il profilo di un individuo senza considerare il contesto in cui vive, le tradizioni e le aspettative sociali. Ogni persona crea la propria identità attingendo non solo ai propri gusti personali, ma anche interagendo con il mondo esterno.
David Graeber, un noto antropologo, ha messo in luce come l’individualismo possa sfociare in una forma di alienazione. Nel suo libro “Debt: The First 5000 Years”, indica il debito non semplicemente come un problema individuale, ma come una dinamica sociale che costringe gli individui a subire relazioni di potere che sono prevalenti nel sistema capitalistico. In tal modo, si evidenziano delle contraddizioni del pensiero individualista, in cui, pur ponendo elevati valori sull’autonomia, ci si ritrova intrappolati in strutture socioeconomiche di difficile evasione.
Caratteristiche delle società collettiviste
Al contrario, nelle società collettiviste, i valori comuni prevalgono sul benessere individuale. Qui, l’identità di una persona dipende in gran parte dalle relazioni sociali e dalla comunità. Un esempio emblematico è rappresentato dalle culture native americane, come i Navajo e gli Irochesi, dove l’identità non può essere distinta dal contesto collettivo. I valori come la reciprocità, la condivisione e la responsabilità reciproca sono basilari e formano l’ossatura della loro organizzazione sociale.
In queste culture, le decisioni non sono prese da singoli individui agendo autonomamente, ma attraverso processi collettivi che coinvolgono tutti. Questo porta a una maggiore coesione all’interno del gruppo e a un’armonia sociale difficile da mantenere in contesti individualisti. Nella società irochese, per esempio, risorse e responsabilità vengono distribuite in modo equo, consentendo a tutti di partecipare attivamente alla vita della comunità, dimostrando come il benessere collettivo possa condurre a risultati positivi per il singolo e per il gruppo.