Come figura pubblica che ha sempre suscitato grande interesse mediatico, Meghan Markle, moglie del Principe Harry, ha vissuto un percorso turbolento all’interno della Royal Family britannica.
La loro storia è stata segnata da momenti di tensione e dissapori, che hanno raggiunto il culmine con la pubblicazione dell’autobiografia “Spare” del Principe Harry e il trasferimento della coppia negli Stati Uniti.
Questi eventi hanno accentuato le fratture esistenti, rendendo ancora più sporadiche le visite di Harry in patria.
La discordia tra Meghan Markle e la Royal Family non si è limitata ai soli membri blasonati ma si è estesa anche allo staff di Palazzo.
Secondo quanto riportato da fonti vicine alla corte reale, durante il periodo in cui i Sussex risiedevano nel Regno Unito, sia Meghan che Harry avrebbero avuto rapporti conflittuali non solo con altri membri della famiglia reale ma anche con i dipendenti del palazzo. In particolare, emerge che lo staff avrebbe attribuito a Meghan un soprannome piuttosto imbarazzante: “sociopatica narcisista”.
Questa etichetta sarebbe stata utilizzata per descrivere una personalità ritenuta capricciosa ed esigente oltre misura.
Le testimonianze raccolte dal giornalista Valentine Low nel suo libro “Courtiers: The Hidden Power Behind the Crown” dipingono un quadro poco lusinghiero della Duchessa di Sussex. Secondo vari dipendenti reali, l’atteggiamento di Meghan sarebbe stato talvolta al limite del mobbing nei confronti dello staff, caratterizzato da richieste eccessive e mancanza di gentilezza.
Alcuni addirittura sostengono che la Duchessa avesse pianificato fin dall’inizio un suo allontanamento dalla Famiglia Reale per poter abbracciare una narrativa personale basata sul rifiuto.
Non solo Meghan ma anche il Principe Harry viene descritto come una figura problematica nelle sue interazioni con i collaboratori reali. Le fonti citate nel libro parlano di email offensive inviate ai dipendenti e comportamenti sprezzanti.
La pressione esercitata dalla coppia sui loro collaboratori sembrava non conoscere pause né limitazioni orarie, invadendo spesso anche i giorni liberi dei dipendenti.
Queste dinamiche interne hanno portato alla nascita tra i membri dello staff del cosiddetto “club dei sopravvissuti ai Sussex”, un gruppo informale composto da coloro che hanno lavorato a stretto contatto con la coppia durante il loro soggiorno nel Regno Unito.
Questa denominazione riflette il senso di solidarietà emerso tra i collaboratori in risposta alle sfide affrontate nell’ambito delle loro mansioni quotidiane accanto ai duchi.
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