CURIOSITÀ

Perché se non ho consumato energia elettrica devo pagare una bolletta di circa 50 euro? La verità poco conosciuta che fa lievitare i costi

Non ti spaventare se ti arriva la bolletta della luce pur non avendo consumato energia, è del tutto normale e ti spieghiamo il perché.

Il costo delle bollette per l’energia elettrica spesso può essere molto alto e ciò magari è giustificato dal fatto che in ogni casa ci sono dispositivi elettronici che vanno dal cellulare, al pc, tablet, tv, luci fino agli elettrodomestici che tutti i giorni usiamo (frigorifero, forno, fornetto, aspirapolvere e chi più ne ha più ne metta).

Purtroppo, però capita spesso che in una seconda casa o un’abitazione estiva, nonostante non si consumi elettricità o gas per lunghi periodi, arrivino comunque bollette da saldare. E mentre nel primo caso il costo della bolletta è giustificato, in questo caso gli utenti si chiedono quale sia la motivazione. Non avendo consumato energia ci si aspetterebbe un “costo zero” in bolletta. Ebbene, non funziona così, sfortunatamente. Andiamo a vedere le motivazioni.

Perché arriva comunque la bolletta

La motivazione principale del perché arriva una bolletta anche se non si consuma energia sta nel fatto che il consumo della materia prima è solo una delle voci di spesa della bolletta. Oltre al consumo di energia esistono degli oneri fissi, o costi fissi in bolletta, che non dipendono dai tuoi consumi. Andiamo a vedere, quindi, quali sono queste componenti della bolletta.

Oltre al consumo di energia la bolletta si compone di altri costi fissi – Malorarivista.it
  • Spesa per la materia energia. Anche se non consumi energia, nella tua bolletta troverai comunque una “Spesa per la materia energia”. Questa spesa non si riferisce solo al consumo della materia prima, ma include diverse voci.
    – Prezzo dell’energia (PE): copre i costi per l’acquisto dell’energia elettrica. Nel mercato tutelato, questo prezzo è fissato e aggiornato trimestralmente dall’ARERA, mentre nel mercato libero è deciso dai fornitori.
    – Prezzo del dispacciamento (PD): si riferisce all’equilibrio tra la domanda e l’offerta di energia elettrica e viene fissato e aggiornato ogni tre mesi dall’ARERA.
    – Prezzo della perequazione (PPE): garantisce che i costi pagati per energia e dispacciamento siano gli effettivi costi sostenuti dal fornitore, non applicabile ai clienti con contratto nel Mercato Libero.
  • PCV e QVD: Costi di Commercializzazione e Vendita. Il PCV (Prezzo Commercializzazione Vendita) per la luce e il QVD (Quota Vendita al Dettaglio) per il gas sono quote economiche che coprono le spese sostenute dai fornitori per offrire i servizi di luce e gas al cliente finale. Queste quote variano a seconda del contratto e possono andare dai 5 ai 10 euro a bolletta.
  • Spesa per il Trasporto e la Gestione del Contatore. Questa spesa è una delle principali voci fisse in bolletta. Include:
    – Trasporto dell’energia sulla rete di trasmissione nazionale.
    – Distribuzione locale, che avviene su reti in media e bassa tensione per la consegna ai clienti finali.
    – Gestione dei contatori, attività svolta dal distributore locale.
    – Lettura dei contatori, ovvero gestione e trasmissione dei dati di lettura dei contatori domestici.
  • Oneri di Sistema. Gli oneri di sistema sono costi fissi che rappresentano circa il 20% del costo totale della bolletta elettrica e il 4% della bolletta del gas. Questi costi comprendono:
    – Sostegno alle energie rinnovabili e alla cogenerazione (ASOS).
    – Altri oneri di sistema (ARIM), come oneri nucleari, agevolazioni per il sistema ferroviario e le industrie energivore, ricerca di sistema e sostegno al bonus elettrico.
  • IVA e Accise. Le imposte fiscali, come l’IVA e le accise, sono presenti anche nelle bollette a consumo zero:
    – IVA: calcolata in base agli scaglioni di consumo, esente per i primi 150 kWh di consumo/mese per le utenze da domestico residente con un contatore da 3 kW.
    – Accise: applicate alla quantità di energia consumata, quindi saranno nulle in caso di consumi zero.

Se la casa non viene utilizzata per lunghi periodi, può essere conveniente disattivare momentaneamente i contatori. Il costo di riattivazione, o subentro, di un contatore può essere inferiore al costo di pagare bollette a consumo zero per diversi mesi. Questa opzione è particolarmente valida per le seconde case. Inoltre, scegliere attentamente il fornitore che magari può offrire così minori sui vari oneri fissi può essere una strategia utile per ridurre l’impatto delle bollette a consumo zero.

Antonetta Del Prete

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