Il recente report del Centro di Studi Enti Locali, basato su dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, ha messo in luce una realtà sorprendente riguardante la destinazione del 5×1000 da parte dei contribuenti italiani.
Sebbene a livello nazionale solo un contribuente su 100 abbia scelto di destinare questa quota del proprio imponibile al proprio Comune, la città di Verona emerge come un luminoso esempio di solidarietà e partecipazione attiva.
Con un totale di 86.442 euro raccolti nel 2023, Verona si posiziona al quinto posto nella classifica italiana per importo raccolto tramite il 5×1000, preceduta solo da grandi metropoli come Milano, Roma, Torino e Bologna. Questo risultato è frutto delle 2.582 preferenze espresse dai cittadini veronesi durante la dichiarazione dei redditi, dimostrando una sensibilità e una propensione alla solidarietà che merita attenzione e riconoscimento.
L’importo raccolto nel corso degli anni mostra una tendenza positiva: dai 78.083 euro del 2021 agli 85.548 euro del 2022 fino ai già citati oltre 86 mila euro del corrente anno. Questa crescita costante è stata salutata con entusiasmo dall’amministrazione comunale veronese che vede in questi numeri il frutto degli sforzi profusi attraverso il progetto delle Politiche sociali e abitative “Interventi economici straordinari a contrasto del disagio abitativo e prevenzione del disagio socio-sanitario”.
I fondi raccolti tramite il meccanismo del 5×1000 sono stati impiegati per sostenere interventi economicamente significativi volti a mitigare le difficoltà abitative e prevenire situazioni di disagio socio-sanitario tra i cittadini più vulnerabili della comunità veronese. L’iniziativa si inserisce all’interno dell’ambito più ampio “Una risposta alle Nuove Povertà”, avviata nel lontano 2009 ma sempre attuale nell’intento di contrastare povertà ed emarginazione.
Grazie ai fondi disponibili grazie al meccanismo del 5×1000, sono stati erogati ben 84 contributi economici che hanno raggiunto complessivamente circa settantotto nuclei familiari o singoli individui in condizioni di bisogno. La distribuzione dei fondi ha privilegiato principalmente il pagamento degli affitti arretrati o delle spese condominiali (64,29%), ma anche altre necessità come l’autonomia personale (8,3%), l’accoglienza in emergenza abitativa (5,96%) o la copertura dei costi per progetti educativi (5,96%).
Interessante notare come tra i beneficiari vi sia una sostanziale parità tra famiglie italiane (48%) e straniere (52%) con minor a carico; questo dato riflette un cambiamento significativo rispetto al passato ed evidenzia come la crisi economica non faccia distinzioni basate sulla nazionalità.
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