In continua crescita nei sondaggi, il partito di Giorgia Meloni sembra rimontare il calo drastico della Lega di Salvini, con l’obiettivo di superarlo.
Fratelli d’Italia cresce sui territori della Lega e in particolare a Verona. Roboante nella sfera virtuale dei sondaggi e maledettamente concreto negli ultimi appuntamenti elettorali pre-lockdown, il partito con la fiamma tricolore, figlio dell’unica scissione da Berlusconi non andata in malora, unica compagine di un certo spessore elettorale guidata da una donna, sembra non avere ostacoli. È così anche a Verona?
Dobbiamo aspettarci, in riva all’Adige, un’affermazione di Fratelli d’Italia in doppia cifra? Potrebbe essere, visto il contesto: siamo in una città dove la destra alle urne non scende sotto il 55%, dove la sinistra elettorale di maggioranza accoglie senza remore istanze più che conservatrici e dove sono, ahinoi, fiorite alcune delle peggiori espressioni del neofascismo e dell’integralismo religioso. È però anche vero che, fino ad oggi, le istanze di destra, identitarie, conservatrici, filo-imprenditoriali, securitarie, talvolta apertamente xenofobe e, ovviamente, sovraniste hanno avuto chiari e imprescindibili referenti tra i partiti, in particolare uno, che nella scorsa tornata europea, a Verona, ha mancato il 50% dei voti per pochi decimali.
Detto questo, alla vigilia delle elezioni regionali e sull’onda di sondaggi, anche locali, molto lusinghieri, Fratelli d’Italia, nel Veronese, sembra godere di un fascino irresistibile, seducendo esponenti di calibro nazionale, dirigenti di enti pubblici, amministratori comunali, provinciali e regionali. Basta sfogliare la stampa locale per avere un’idea della dinamica in corso, che fu inaugurata nel 2017 dal senatore e assessore Stefano Bertacco, proveniente da Forza Italia (scomparso da pochi mesi) e da Massimo Mariotti, transfugo di area tosiana.
Per venire ad avvenimenti più vicini a noi, dalla primavera del 2019, hanno traslocato al partito veronese di Giorgia Meloni: Massimo Giorgetti, navigato esponente della destra locale e regionale, attualmente vicepresidente del Consiglio del Veneto, Daniele Polato, l’assessore alla sicurezza della giunta Sboarina, l’ex assessore comunale Luigi Pisa e il consigliere comunale Gianmarco Padovani; i consiglieri regionali Andrea Bassi (ex Assessore provinciale alla viabilità) e Stefano Casali (ex vice sindaco); Claudio Valente, già presidente della Coldiretti veronese ed ex vicepresidente di Verona Fiere; Andrea Sardelli, presidente di Verona Mercato e, dulcis in fundo, Andrea Miglioranzi, noto musico nella band di estrema destra “Gesta bellica”, oltre che ex presidente di Amia, ex consigliere di Agsm, ex Capogruppo in Consiglio comunale, attualmente coinvolto in inquietanti vicende giudiziarie.
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