Il cancro, una delle principali cause di morte a livello globale, sta mostrando un inquietante trend di crescita tra le generazioni più giovane soprattutto ai polmoni.
Un recente studio condotto dalla Washington University di St Louis e presentato alla conferenza annuale dell’American Association of Cancer Research a San Diego potrebbe aver gettato nuova luce sulle possibili cause dietro questo fenomeno.
La ricerca ha esplorato il concetto di “età biologica”, ovvero l’età che riflette lo stato funzionale delle cellule e dei tessuti del corpo, rispetto all’età anagrafica. Fattori come lo stile di vita, lo stress e la genetica possono influenzare questa discrepanza d’età.
Analizzando i dati della UK Biobank relativi a 148.723 individui tra i 37 e i 54 anni, gli scienziati hanno cercato correlazioni tra età biologica accelerata e incidenza del cancro.
I risultati dello studio indicano che le persone nate dopo il 1965 mostrano segni di invecchiamento biologico superiore rispetto alla loro età cronologica, con un incremento del 17% nella probabilità di invecchiamento accelerato rispetto ai nati tra il 1950 e il 1954.
Questa condizione sembra essere direttamente collegata ad un aumento del rischio per diversi tipi di tumori, inclusi quelli polmonari, gastrici, intestinali e uterini.
L’Inquietante Crescita dei Casi di Cancro ai Polmoni tra i Giovani
Particolarmente allarmanti sono le statistiche relative al cancro ai polmoni: individui con alti livelli di invecchiamento accelerato hanno il doppio delle probabilità di sviluppare questa forma tumorale precocemente rispetto a chi presenta livelli più bassi.
Questo dato suggerisce una maggiore vulnerabilità dei polmoni agli effetti dell’invecchiamento rispetto ad altri organi.
L’aumento dell’infiammazione dovuto all’invecchiamento è stato associato anche a un maggior rischio per tumori allo stomaco e all’intestino.
La capacità limitata dei polmoni di rigenerarsi potrebbe spiegare la loro particolare suscettibilità al cancro in presenza dell’invecchiamento accelerato.
I risultati dello studio non solo offrono spunti preziosissimi sulla relazione tra età biologica ed incidenza del cancro ma aprono anche la strada verso nuove metodologie preventive.
Identificare chi è maggiormente a rischio permetterebbe infatti l’adozione precoce di misure preventive mirate come modifiche dello stile vita o interventioni dietetiche specifiche.
Queste scoperte rappresentano un importante passo avanti nella comprensione dei fattori che contribuiscono all’aumento dei casi cancerogenici nei giovani; tuttavia rimane molto da fare per tradurre questi risultati in strategie efficaci contro questa malattia devastante.
La speranza è che ulteriori ricerche possano consolidare queste conoscenze aprendo nuovi orizzonti nella prevenzione oncologica.
