Il Veneto si distingue per aver registrato un marcato decremento nella mortalità sul lavoro, posizionandosi come la regione con l’incidenza più bassa d’Italia.
Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering, nei primi cinque mesi del 2024, il numero di vittime è stato di 19, ben 14 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questa riduzione del 42,4% rappresenta un segnale positivo verso la rimarginazione della piaga dei morti sul lavoro nel territorio veneto.
Le attività manifatturiere guidano la classifica delle denunce d’infortunio con un totale di 5.374 casi fino a maggio del 2024.
Seguono i settori delle costruzioni (1.717), commercio (1.594), trasporti e magazzinaggio (1.427) e sanità (1.293).
Questa distribuzione sottolinea come determinate categorie lavorative siano particolarmente esposte al rischio d’infortunio.
Analizzando le incidenze degli infortuni mortali a livello provinciale emergono differenze significative. Le province di Belluno, Venezia e Verona mostrano le incidenze più elevate con rispettivamente 11,1, 10,7 e 9,2 morti per milione di occupati. Al contrario, Padova (6,9), Vicenza (2,6) e Treviso (2,5) presentano numeri più contenuti; Rovigo addirittura non registra vittime sul lavoro nel periodo considerato.
Nonostante il calo degli infortuni mortali sia motivo di soddisfazione per le autorità locali e gli osservatori del settore sicurezza sul lavoro, si assiste a un incremento delle denunce complessive d’infortunio dell’1,5%.
Questa crescita minima potrebbe indicare una maggiore attenzione alla segnalazione degli incidenti o riflettere variazioni nelle dinamiche lavorative regionali.
La provincia di Vicenza si conferma quella con il maggior numero totale di denunce d’infortunio (5.772), seguita da vicino da Verona (5.722) e Padova (5.640).
La distribuzione geografica delle denunce evidenzia una certa omogeneità tra le diverse province venete ad eccezione dei valori nettamente inferiori registrati a Belluno (1.306) e Rovigo (915).
L’analisi demografica rivela che su un totale regionale di 30.001 denunce d’infortunio nel periodo considerato vi sono state 10.211 riguardanti donne lavoratrici contro le 19.790 degli uomini; ciò riflette una predominanza maschile nelle statistiche degli incidenti lavorativi sul posto o durante il tragitto casa-lavoro-casa (“in itinere”). Tra queste cifre spiccano anche i dati relativi ai lavoratori stranieri che ammontano a complessive 7.
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