La scomparsa della giovane Emanuela Orlandi è uno dei misteri italiani più inquietanti. Ora, però, forse la svolta è vicina
Uno dei casi più oscuri della storia d’Italia, che oggi potrebbe essere di fronte a una svolta clamorosa. Parliamo della scomparsa della giovane Emanuela Orlandi, su cui, negli anni, si sono fatte tante ipotesi, inquietanti e, talvolta, fantasiose. Ora, però, la verità sembra davvero essere a un passo.
Della giovane non si avranno più notizie dal 22 giugno del 1983 all’interno della Città del Vaticano. Siamo, quindi, alla soglia dei quarantuno anni di misteri. Una storia oscura, in cui si mischiano pezzi di istituzione ecclesiastica, di criminalità organizzata e di apparati dello Stato. E ora, spunta fuori una inquietante ipotesi.
Emanuela era la figlia di un dipendente vaticano e viveva con la sua famiglia all’interno delle mura del Vaticano. Quel drammatico giorno di giugno, Emanuela uscì per andare a una lezione di musica. Fu vista l’ultima volta mentre parlava con un uomo che le avrebbe offerto un lavoro come promotrice di cosmetici. Da quel momento, di lei si persero le tracce.
Negli anni, sono emerse diverse teorie riguardo alla scomparsa di Emanuela. Alcuni sostengono che sia stata rapita per fare pressione sul Vaticano in relazione alla restituzione di un prestito ricevuto dalla banca vaticana, lo IOR, dalla banda della Magliana. Un’altra teoria coinvolge l’attentato a Papa Giovanni Paolo II del 1981, ipotizzando che Emanuela sia stata sequestrata per ottenere la liberazione di Ali Agca, l’attentatore del Papa.
Le indagini iniziarono immediatamente, ma sin dall’inizio furono caratterizzate da numerosi depistaggi e piste false. Il caso fu associato anche a numerosi eventi e gruppi, tra cui la banda della Magliana, un’organizzazione criminale romana, e la stessa Chiesa cattolica.
Svolta sul caso Emanuela Orlandi?
Nel 2019, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha richiesto di aprire alcune tombe nel cimitero teutonico del Vaticano, basandosi su un suggerimento anonimo che affermava che i resti di Emanuela potessero trovarsi lì. Sebbene le tombe siano state aperte, non sono stati trovati resti umani utili per il caso. Nel 2020, un’altra rivelazione ha sconvolto l’opinione pubblica: il ritrovamento di ossa umane in un’area di proprietà del Vaticano. Tuttavia, le analisi successive non hanno collegato i resti a Emanuela.
Oggi, questo enigma difficile da districare si arricchisce di un nuovo passaggio. Inquietante, ma forse decisivo. I Servizi Segreti italiani, da sempre evocati nella vicenda, si sarebbero occupati del caso. Come riportato dal settimanale “Nuovo”, infatti, già nel luglio del 1983 (quindi un mese dopo la scomparsa), una nota trasmessa all’allora questore di Roma faceva riferimento al lavoro svolto dal Sisde su un caso che, in quel periodo, difficilmente ancora poteva essere inserito tra i misteri italiani.
Perché allora questo interesse da parte dell’intelligence che, sempre secondo il settimanale “Nuovo” sarebbe entrata anche nella cameretta della giovane, prelevando un’agenda. Solo le ulteriori indagini ci diranno se, finalmente, l’Italia potrà conoscere la verità su uno dei misteri del Paese.