La mappa di ‘Verona Nera’ mira a tracciare geograficamente le aggressioni fasciste avvenute nella storia di Verona dal ’68 ad oggi.
La mappa “Verona Nera” elaborata da Infospazio 161 e dal Centro Documentazione Bertani raccoglie una cartografia interattiva delle aggressioni fasciste avvenute a Verona e provincia dal 1969 a oggi.
Il progetto intreccia l’attività di movimento veronese sul lungo periodo con la necessità di costruire un archivio dei materiali che nel tempo si erano accumulati in diversi punti della città, per agire nel presente contro il fascismo.
La mappa Verona Nera segnala le aggressioni di stampo fascista che sono avvenute a Verona e provincia dal 1969 a oggi. Abbiamo costruito questa mappa a partire da una serie di dossier che erano inizialmente fonti cartacee: la prima è il dossier scritto dal Cesar K. e il collettivo Porkospino. Il Cesar K. è stato un coordinamento di realtà di movimento nato agli inizi degli anni 2000, che includeva il Pink, il Collettivo Porkospino, la Pecora Nera, il Movimento nonviolento e altri gruppi, inoltre partecipavano figure accademiche e intellettuali. Il nome Cesar K. veniva da un senzatetto morto in piazza Isolo, di fianco al centro sociale Isola.
Il dossier si intitola “Allarme son fascisti” ed è stato scritto per tracciare tutti gli episodi di aggressione e violenza fascista avvenuti dall’inizio degli anni ‘90 fino alla metà dell’anno 2000. Quindi appunto raccoglie tutti gli episodi, definisce quali sono i vari gruppi, spiega come questi hanno lavorato nella Curva per conquistarla, c’è la ricostruzione di come si sono sviluppati in quel periodo e delle connessioni tra estrema destra, destra istituzionale e integralismo cattolico. A seguito di questo dossier ne è uscito un altro, un aggiornamento, che si chiama “Veronesi tuti mati” sempre di Porkospino e Cesar K.
Questo secondo dossier è più lungo e più focalizzato sui gruppi, parla molto di Tosi e si ferma al 2001. Negli anni trattati ne succedono di tutti i colori: cambia la guardia nella Curva, si affermano Forza Nuova, il movimento Skinhead e anche il “movimento casual”, il modo di vestire, concepire lo stadio e anche la strada. E aumentano le aggressioni, soprattutto in centro, culminate con la morte di Tommasoli nel 2008. Dopo questo avvenimento abbiamo pensato di ricostruire sia l’assassinio Tommasoli che quello che è successo contestualmente, in questo ci hanno supportato quanti avevano vissuto i fatti. Poi abbiamo fondato il KAAV, Kollettivo Autonomo Antifascista Verona (che è durato pochi anni) e nel 2013 abbiamo scritto un nuovo dossier “A Verona tutta l’erba è uno (s)fascio”. Questo è molto simile agli altri due: va dal 2011 al 2013, c’è un capitolo esteso sul delitto Tommasoli, un’analisi dei gruppi neofascisti, dei personaggi di spicco, e un capitolo su Casa Pound che non esisteva nel 2001.
Dunque tornando alla mappa: siamo partiti da questi tre dossier, li abbiamo integrati con quello del Circolo Pink sulle aggressioni omofobe e con un altro di “Verona In” di Giorgio Montolli, che parte dal 1969. Dopo aver verificato le fonti, abbiamo messo insieme e mappato tutte le informazioni. Dal 2013 a oggi non ci sono fonti cartacee di movimento, simili ai dossier, per cui ci siamo basati sulle pagine social e gli articoli di giornale. Chiaramente mancano molte cose. La mappa vuole essere un cantiere sempre aperto, quindi invitiamo tutti a inviarci segnalazioni, articoli, spunti di ricerca. Inoltre su ogni episodio possono esserci diversi articoli e ogni argomento può essere approfondito.
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