L’arrivo del ciclone Dikeledi ha segnato una nuova fase di emergenza in Africa orientale, dopo il suo passaggio devastante in Madagascar. Con tre vittime già confermate e un numero crescente di feriti, il fenomeno ha messo in ginocchio le comunità locali, intensificando le preoccupazioni per il Mozambico, dove si prevede l’impatto devastante dell’evento atmosferico. Le autorità avvertono che la situazione potrebbe ulteriormente deteriorarsi.
Il ciclone Dikeledi ha colpito il Madagascar tra sabato e domenica, provocando piogge torrenziali e venti forti che hanno messo a dura prova la parte settentrionale dell’isola. Secondo le prime stime dell’Ufficio per la gestione dei disastri, il bilancio è tragico: oltre alle tre vittime, ci sono stati almeno 920 feriti, la maggior parte dei quali nel distretto di Vohemar, area nota per la sua produzione di vaniglia. Le immagini dei danni mostrano abitazioni distrutte, strade allagate e un paesaggio stravolto. La situazione risulta critica, con i soccorritori che faticano a raggiungere le zone più colpite a causa di allagamenti e detriti. L’emergenza ha messo in luce la fragilità delle infrastrutture locali, spesso inadeguate a far fronte a eventi climatici estremi.
Dopo aver devastato il Madagascar, il ciclone Dikeledi ha fatto il suo ingresso in Mozambico, toccando terra oggi nella provincia di Nampula. Secondo le comunicazioni di Météo-France, il ciclone è attualmente considerato nella fase di ciclone tropicale di categoria 3. Il presidente del Mozambico, Filipe Nyusi, ha esortato la popolazione a rimanere vigile e a prendere le dovute precauzioni. Si stima che nel corso delle prossime 24 ore potrebbero verificarsi precipitazioni superiori ai 100 millimetri, accompagnate da violente tempeste. I residenti sono stati avvisati di possibili evacuazioni e di creare riserve di cibo e acqua.
Le autorità locali hanno attivato i piani di emergenza, mettendo in campo misure per affrontare le inondazioni e i potenziali danni alle infrastrutture. Tuttavia, la preoccupazione rimane alta a causa delle esperienze precedenti con i cicloni, che in passato hanno causato devastazioni nel Paese.
Dikeledi ha avuto effetti significativi anche sull’arcipelago francese di Mayotte, dove gli abitanti hanno dovuto rifugiarsi per la seconda notte consecutiva a causa della tempesta. Il governo locale ha emesso un allerta ciclone rosso sabato scorso, revocato solo oggi alle 13 ora italiana. Nonostante ciò, Mayotte è rimasta sotto allerta arancione per le forti piogge e le possibili tempeste. È atteso l’arrivo del fenomeno monsonico Kashkasi, già indebolito dal passaggio del ciclone Chido, che ha lasciato il segno in precedenza con 120 morti e 900 feriti.
Il ritorno in aula degli alunni è stato posticipato di almeno una settimana, come annunciato dalla ministra Elisabeth Borne, per garantire la sicurezza dei giovani studenti e permettere alle autorità di valutare i danni causati dalle intemperie.
I cicloni nell’Oceano Indiano sono un fenomeno comune tra novembre e marzo, ma quest’anno il riscaldamento delle acque ha raggiunto temperature prossime ai 30 gradi. Questa condizione crea un ambiente propizio per la formazione di tempeste più potenti e distruttive, come confermato dagli esperti meteo. La stagione ciclonica porta con sé preoccupazioni crescenti, con comunità vulnerabili che più che mai hanno bisogno di strategie di preparazione e risposta più efficaci per affrontare i rischi legati al clima.
Le esperienze recenti mostrano chiaramente che le regioni colpite necessitano di miglioramenti significativi nelle infrastrutture e di programmi di sensibilizzazione per garantire che la popolazione sia pronta ad affrontare queste catastrofi climatiche in arrivo.
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