Un clima di forte tensione permea la Bolivia, dove le recenti manifestazioni dei sostenitori dell’ex presidente Evo Morales si stanno trasformando in scontri alle porte della Federazione sindacale unica dei lavoratori contadini di Cochabamba. Segnali di agitazione si registrano anche da altri angoli della nazione, con richieste di attenzione sulle gravi difficoltà economiche che la popolazione sta affrontando.
Scontri a Cochabamba: tentativi di irruzione nella sede sindacale
Il tentativo di irruzione nella sede della Federazione sindacale unica dei lavoratori contadini di Cochabamba ha visto protagonisti un gruppo di manifestanti armati di bastoni, che hanno lanciato pietre e petardi contro le forze dell’ordine. La situazione è degenerata rapidamente, tanto che la polizia ha dovuto ricorrere all’uso di gas lacrimogeni per disperdere i contestatori. Il quotidiano locale Los Tiempos riporta che durante le cariche dei poliziotti sono stati registrati alcuni feriti. Questo episodio segna un ulteriore aumento della tensione politica in un contesto già fragile.
Ambush e escalation della violenza
Solo poche ore prima degli scontri a Cochabamba, la polizia ha subito un’imboscata a Patacamaya, dove, secondo quanto riportato dai media locali, i militanti del Movimento al Socialismo , il partito politico di Morales, hanno apertamente attaccato gli agenti utilizzando armi da fuoco e oggetti contundenti. Questi eventi testimoniano un’ulteriore escalation della violenza, alimentata dalle divisioni politiche interne e da un senso di ingiustizia tra i sostenitori di Morales e l’attuale governo di Luis Arce.
Le motivazioni delle manifestazioni: economia e instabilità politica
Gli attivisti tornano in piazza con la volontà di opporsi al governo di Luis Arce, accusato di non affrontare con efficacia le gravi difficoltà economiche il cui peso si fa sentire sulle spalle della popolazione. Tra i motivi di malcontento ci sono l’aumento dei prezzi degli alimenti, un’inflazione che non accenna a diminuire, e la scarsità di dollari e combustibili, elementi che aggravano ulteriormente la situazione economica. Le proteste sono parte di un contesto più ampio di conflitto politico e sociale che risale alla fine del 2023, nel quale Morales e Arce si contendono il dominio all’interno del Mas.
Ambizioni politiche e conflitti interni
L’asse politico in Bolivia appare sempre più confuso, con Morales che accusa il governo di Arce di ostacolare la sua candidatura per un nuovo mandato come presidente. Le accuse mosse contro di lui includono violenza sessuale su minorenni e tratta di esseri umani, in quello che Morales considera un attacco politico finalizzato a neutralizzarlo. Questa conflittualità ha intensificato i contrasti interni e ha innescato una situazione di fragile equilibrio, che continua a evolversi tra manifestazioni di sostegno e atti di violenza.